martedì 25 giugno 2013

Parco umido

Il parco è serrato serrato serrato,
serrato da un muro ch'è lungo
le miglia le miglia le miglia,
da un muro coperto di muffe,
coperto di verdi licheni,
grondante di dense fanghiglie.
Né un varco soltanto nel parco traspare
né un foro vi luce,
soltanto si posson le muffe cadenti
vedere, soltanto
le dense fanghiglie grondanti.
Altissimi i cedri ne passano il muro,
i pini dal fusto robusto ne sporgon l'ombrello 
s'innalzan cipressi, rossastre magnolie,
e salici, e salici tanti
piangenti di pianti lontani,
che mischian sul muro cadenti
le lagrime ai verdi licheni,
a grige fanghiglie grondanti.
Di fuori ecco il parco serrato,
serrato da un muro
eh'è lungo le miglia e le miglia.
Fra l'ombre, fra l'ombre potenti
nel folto degli alberi grandi
soltanto tre donne s'aggirano lento,
bellissime donne: Regine Parenti.
S'aggirano lento in silenzio
ne l'ombre del parco serrato,
pesante trascinano il manto di lutto, le Donne,
coperte da un velo
che appena il pallore del volto ne scopre.

(Da "Lanterna" di Aldo Palazzeschi, Balnc, Firenze1907)




COMMENTO

Il paesaggio crepuscolare si smorza nei toni, nei colori, soffoca la luce, si restringe all'interno di perimetri ben delimitati, recintati, che solo apparentemente chiudono l'orizzonte all'uomo e al poeta. Gli orti delle case, dei conventi, i giardini, i parchi delle ville, i solai, i salotti sono il nuovo spazio entro cui si muove e nei quali scopre e ricorda l'universo intorno.
Questa nuova visione topica e percettiva di una natura cintata da mura ricoperte da muffe e fanghiglia, senza che un filo di luce possa penetrarvi, diventa un pretesto per Palazzeschi per indicare uno stato d'animo di solitudine, di malattia della coscienza.

(Da "Invito a conoscere il crepuscolarismo" di Antonio Quatela, Mursia, Milano 1988)

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