O nera finestrella di
gerani
e di rossi garofani
fiorita,
che a la fanciulla
povera e polita
ridono mentre l'ago
ha tra le mani,
vedi? la luna pende
sul cortile,
sfavilla il cielo e
palpita ogni stella,
stende l'ombra in
piazzetta il campanile;
odi? la gaia gioventù
stornella
per la villa
splendente, e tu, gentile
e pudica, stai
chiusa, o finestrella.
COMMENTO
Emilio Girardini
(1858-1946) è uno di quei poeti che, pur essendo dotati di un talento non
indifferente, sono stati quasi totalmente ignorati dalla critica letteraria,
per motivi che riguardano la sua estraneità alle mode dei tempi, ovvero per il
fatto che Girardini, così come altri suoi contemporanei, non seguì quelle
correnti tanto in voga all'inizio del Novecento, quando, anche lui, cominciò a
pubblicare i suoi versi. Finestrella è una breve poesia che fa
parte della raccolta Ruri (1903), la prima del poeta friulano che
in seguito fece uscire Liriche varie (1908) e Chordae
cordis (1920), mentre, postumo fu pubblicato il ricapitolativo Poesie (1952). Tornando alla poesia qui sopra riportata, si tratta di un madrigale che mostra alcune
peculiarità appartenenti alla poesia di Giacomo Leopardi e, in parte, a quella
di Giovanni Pascoli. Il Leopardi è presente per la riottosità e la malinconia
trasmessa dall'immagine di una piccola finestra chiusa, anche quando
tutt'intorno si vive in un'atmosfera gaia e spensierata; il Pascoli per
l'ambientazione che assomiglia a quella di molte poesie appartenenti alla
raccolta Myricae, con piccoli paesi quasi incantati e personaggi
(simili alla fanciulla povera) umili, magari intenti nei loro minuziosi eppur
semplici lavori.
Telemaco Signorini, "Una mattina di settembre a Settignano" (da https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=18804505) |