domenica 21 settembre 2014

Non t'illudere

Non t'illudere, fratello,
se il cielo è tutto di rosa
e l'anima riposa
sotto il suo triste fardello:
sappilo, non ti rimane
che un pezzo di pane.

Non t'illudere per via
se in ora crepuscolare
tutto qui sembra affrettare
l'ansia dell'avemaria:
sappilo, non ti rimane
che un suon di campane.

Non t'illudere: hai finito
di pretendere qualcosa:
colta hai l'ultima tua rosa,
l'hai sciupata in un convito:
è molto se ti rimane
fedele il tuo cane.



COMMENTO
"Non t'illudere" è il titolo di una poesia di Marino Moretti (Cesenatico 1885 - ivi 1979) che fu pubblicata per la prima volta nella raccolta "Poesie scritte col lapis", Ricciardi, Napoli 1910. Esclusa nel 1919 da "Poesie (1905-1915)", ricomparve nel 1949 in una raccolta antologica di Moretti che portava il medesimo titolo di quella in cui apparve inizialmente. Presente è anche in "Tutte le poesie" (Mondadori, Milano 1966) con alcune varianti. In simil forma fu ripresentata in una nuova antologia avente ancora una volta il titolo: "Poesie scritte col lapis", uscita nel 1970 presso la Mondadori. Il tema è quello delle illusioni: il poeta esorta fraternamente il lettore ad abbandonare ogni illusione ed a prendere atto della realtà delle cose, pur se questa si presenti in modo crudo e doloroso. Da ricordare che anche Sergio Corazzini, qualche anno prima, aveva dedicato una composizione in versi allo stesso argomento (la poesia s'intitola: "Le illusioni" e si trova nella raccolta "Libro per la sera della domenica").