lunedì 21 luglio 2014

Il cancello

L’oscuro viale dai mille cipressi
che porta al cancello del grande piazzale
è aperto a la gente.
Soltanto il cancello non s’apre.
Va e viene la gente pel lungo viale
che il sole soltanto non lascia passare,
si sosta al cancello che à cento colonne di ferro
la gente a guardare.
In una carretta ch’è piccolo letto
due monache nere conducono attorno
pel grande piazzale, il Signore,
padrone del grande castello.
Cent’anni à il Signore
padrone del grande castello!
Lo portano attorno due monache nere,
attorno al castello ch’è in mezzo al piazzale.
Non ode non vede la gente
che al vano dei ferri del grande cancello
sta ferma a guardare.
Va e viene la gente pel lungo viale
che il sole soltanto non lascia passare,
si sosta al cancello che à cento colonne di ferro
la gente a guardare.
Ogn’anno a quel grande cancello
s’aggiunge una nuova colonna di ferro:
il posto d’un altro a guardare.


NOTA
La poesia Il cancello è di Aldo Palazzeschi; fa parte della raccolta I cavalli bianchi, pubblicata a spese del poeta, in Firenze nel 1905. Ora la si trova alla pagina 8 del volume Tutte le poesie, Mondadori, Milano 2002, che raccoglie l'intera opera in versi di Palazzeschi.


Rompicoglioni

Rompicoglioni al mare e in montagna,
rompicoglioni dalla Francia e dalla Spagna.

Rompicoglioni in aereo e in treno,
rompicoglioni ad Ascoli Piceno.

Rompicoglioni al bar e al ristorante,
rompicoglioni da vicino e da distante.

Rompicoglioni a casa e in chiesa,
rompicoglioni a Torino e a Stresa.

Rompicoglioni al lavoro e al riposo,
rompicoglioni  a Ruino e a Belgioioso.

Rompicoglioni al mercato e in latteria,
rompicoglioni dovunque tu sia.

Rompicoglioni alla radio e in tivvù:
di rompicoglioni non ne posso più!