giovedì 6 giugno 2013

Il tennis

L'autunno a torno i radi alberi sfronda:
ride un riso fuggente entro la vasca,
ove qualch'esil foglia umida casca,
come su l'acqua una carezza bionda.

Che è quell'accennar dietro la frasca?
Niuna voce è che al suon chiaro risponda:
un'altra foglia penzola, si affonda...
Ah! quanto tempo pria che un fior rinasca?

Il parco è giallo. Innanzi alla battuta
giocano al tennis signori e signore
in una luce come di cristallo.

Le dame bianche innanzi al parco giallo
giocan... Che è? Da qualche folle cuore
forse l'ultima foglia, ecco, è caduta.

(Da "Il convegno dei cipressi e altre poesie" di Cosimo Giorgieri-Contri, Zanichelli, Bologna 1922)





Se c'è stato un poeta italiano che più di tutti ha anticipato il crepuscolarismo è certamente Cosimo Giorgieri-Contri (1870-1943). Già col suo primo e precoce volume ("Versi tristi", 1887) dimostrò quella tendenza a creare atmosfere malinconiche e romantiche che caratterizzerà la sua intera opera poetica. Il libro che più degli altri lo contraddistingue è "Il convegno dei cipressi" (1895); uscito qualche anno dopo il "Poema paradisiaco" di D'Annunzio, al quale molto si rifà, entra di diritto tra le opere che influenzarono maggiormente i poeti detti crepuscolari. Sulla scia del "Convegno dei cipressi" si pongono anche i successivi: "Primavere del desiderio e dell'oblio" (1903), "La donna del velo" (1905) e "Mirti in ombra" (1913). Nel 1922 Giorgieri-Contri fece uscire presso l'editore Zanichelli un volume che riepilogasse la sua attività poetica e lo intitolò "Il convegno dei cipressi e altre poesie"; qui, insieme all'intiera opera del 1895, vi sono inclusi alcuni versi delle opere citate e altri più recenti.

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