venerdì 8 dicembre 2017

Paturnie

Fa festa dar fuoco
a un tronco di quercia
- brucia fino a domani.
Ricchi e poveri scaricano
le paturnie e insieme
si scaldano le mani.



COMMENTO

Questa breve poesia fa parte dell'ultima raccolta poetica di Leonardo Sinisgalli: Dimenticatoio; pubblicata dalla Mondadori a Milano nel 1978, conferma e completa il carattere prettamente epigrammatico dell'ultima fase poetica di Sinisgalli. Questi versi si trovano alla pagina 71; nella sezione VI, intitolata Nodi scorsoi. Le paturnie, ovvero i malumori, vengono qui gettati nel fuoco fatto scaturire dalla combustione di un tronco di quercia. Non si capisce bene dove avvenga questa riunione o "festa", come recita il primo verso; fatto sta che, probabilmente davanti ad un focolare, si è riunita un'umanità variegata e accomunata dal fatto di avere accumulato delle "paturnie". Per capire meglio questa poesia, cito un breve tratto della prosa L'immobilità dello scriba, pubblicata da Sinisgalli nella raccolta L'età della luna (Mondadori, 1960):

[...] I popoli meridionali sono stati schiacciati dalla paturnia dei padri, dalla infallibilità dei nonni, despoti intorno al fuoco o intorno al desco. Nel Sud è mancato l’amore, il filo di speranza, la scappatoia ai guai di famiglia. [...]


Come si può leggere, il vocabolo ha qui un significato decisamente negativo, capace com'è di schiacciare un intero popolo, contribuendo a far sì che quest'ultimo si ritrovi in una sorta di cul-de-sac e sia quindi destinato alla sconfitta, all'immobilità. Sempre nel frammento in prosa, è anche da notare l'allusione al "fuoco", ovvero al focolare intorno a cui si riunivano un tempo le famiglie.