mercoledì 31 ottobre 2012

Giorno piovoso

Il giorno è freddo, oscuro,
pien di tristezza.
Ulula il vento,
scroscia la pioggia.
Al muro, la vite
regge a stento.
Cadono al suolo
le morte foglie intorno.
Pien di tristezza, oscuro,
freddo è il giorno.


(Henry Wadsworth Longfellow)


martedì 30 ottobre 2012

Fanciulla, che cosa è Dio?

Nell’ora che pel bruno firmamento
Comincia un tremolio
Di punti d’oro, d’atomi d’argento,
Guardo e dimando: «Dite, o luci belle,
» Ditemi cosa è Dio?»
— «Ordine» — mi rispondono le stelle.


Quando all’april la valle, il monte, il prato
I margini del rio,
Ogni campo dai fiori è festeggiato,
Guardo e dimando: «Dite, o bei colori,
» Ditemi cosa è Dio?»
— «Bellezza» — mi rispondono quei fiori.


Quando il tuo sguardo inanzi a me scintilla,
Amabilmente pio
Io chiedo al lume della tua pupilla:
«Dimmi, se il sai, bel messaggier del core,
»Dimmi che cosa è Dio?»
E la pupilla mi risponde: — «Amore.»


(Aleardo Aleardi)


domenica 28 ottobre 2012

Festa grigia


A Marino Moretti

Iersera la festa dei vivi colori,
la danza di risa e di lazzi iersera!...
La festa del grigio è stamane,
del grigio di piombo.
S'è fatta la luce assai tardi;
la strada è ravvolta nel grigio silenzio,
non s'ode che l'eco di sonno,
di sonno di piombo.
La nebbia leggera purifica l'aria
siccome i vapori d'incenso,
ricuopre di grigio lo specchio macchiato
che ancora ne l'ombra riflette
gli sprazzi scarlatti di risa,
di risa e di lazzi.
Riposano ai piedi dei letti di sonno profondo
gualciti gli stracci dai vivi colori.
La festa del grigio è stamane!
Rasentan le mura
coperte di brune mantiglie,
beghine ricurve,
rasentan le mura silenti.
Insiste argentino l'invito a la Messa:
la Prima.
Leggere vi corron le piccole figlie.
La strada è ravvolta nel grigio silenzio.
L'invito argentino si tace.
Più nulla. La Messa incomincia.
Più ratte rasentan le mura
le brune mantiglie,
più rade si fanno ed il passo ne cessa.
Soltanto la nebbia leggera
tranquilla rimane al suo giorno di festa:
la festa del grigio è stamane!


(Aldo Palazzeschi)

martedì 23 ottobre 2012

Autunno glorioso

Autunno glorioso
che ci regali, Roma,
antichissima, meravigliosa città
che offri agli occhi estasiati
dei tuoi ammiratori
una moltitudine di strade
alberate, le tue mura
battute dal sole pomeridiano,
le tue mille chiese nascoste,
le tue invitanti fontane;
e il tuo immenso cielo
che fa da sfondo
ad uno spettacolo ineguagliabile:
Quid melius Romae?

(Orazio Brizenald)


domenica 21 ottobre 2012

Cane randagio

Chinar la testa che vale?
e che val nova fermezza?
Io sento in me la tristezza
del giorno domenicale,


lentamente camminando
per la città sconosciuta
dove nessuno mi saluta
fuor che un cane a quando a quando.


nessuno pensa ch'io posso
essere il triste mendico
che chiede, invece che un tozzo
di pane, un palpito amico;


nessuno sa ch'io mi lagno
e vago senza perché,
nessuno fuorché
tu, mio raccolto compagno.


Tu che hai sul ciglio due buone
lacrime ancor da seccare,
tu che pur cerchi un padrone
come io cerco un focolare;


tu che mi segui sperando
ch'io possa darti l'avanzo
d'un malinconico pranzo
o una carezza o un comando;


tu che hai l'aspetto burlone
d'un tale che mi ammonì
e fosti tu il mite Leone
o fosti il molle Joli;


tu che avesti per amico
l'organo di Barberia
che dona al cuore mendico
un soldo di nostalgia;


tu che dimeni la coda
alle mie lorde calcagna
quasi ch'io fossi una cagna,
una cagnetta alla moda;


tu che cerchi d'annusare
le mie scarpe tratto tratto
perchè vuoi lor dimandare
quanti chilometri han fatto.


(Marino Moretti)


La legge dei momenti

Per tutto c'è il suo momento, un tempo per ogni cosa sotto il cielo:

Tempo di nascere, tempo di morire,
tempo di piantare, tempo di sradicare,
tempo di uccidere, tempo di curare,
tempo di demolire, tempo di costruire,
tempo di piangere, tempo di ridere,
tempo di lutto, tempo di allegria,
tempo di gettare, tempo di raccogliere,
tempo di abbracciare, tempo di allontanarsi,
tempo di guadagnare, tempo di perdere,
tempo di conservare, tempo di gettare,
tempo di stracciare, tempo di cucire,
tempo di tacere, tempo di parlare,
tempo di amare, tempo di odiare,
tempo di guerra, tempo di pace.


(Da "La Bibbia", Qohèlet, cap. III)


giovedì 11 ottobre 2012

Quello di cui parlo

Quello di cui parlo è un mondo lontano lontano, difficile da raggiungere: laggiù ascolti le campane celesti e rimani estasiato; laggiù osservi la grigia pioggia con malinconia; laggiù senti nell'aria profumi dolcissimi, e respiri la luce; laggiù parli con i cari morti, quanti che non hai più visto!; laggiù ti accorgi di aver ritrovato qualcosa che avevi perduto per sempre, e mai pensavi che ciò accadesse; laggiù ti incammini in un sentiero erboso, vai e vai, poi ti fermi e ti siedi a parlare con gli amici cantori. Laggiù non ci sono mostri, non c'è il dolore né la guerra e nemmeno la morte.
Laggiù, in questo mondo così lontano...

(Orazio Brizenald)