sabato 13 luglio 2013

L'assenza

Un bacio. Ed è lungi. Dispare 
giú in fondo, là dove si perde 
la strada boschiva che pare 
un gran corridoio nel verde. 

Risalgo qui dove dianzi 
vestiva il bell'abito grigio: 
rivedo l'uncino, i romanzi 
ed ogni sottile vestigio... 

Mi piego al balcone. Abbandono 
la gota sopra la ringhiera.   
E non sono triste. Non sono 
piú triste. Ritorna stasera. 

E intorno declina l'estate. 
E sopra un geranio vermiglio, 
fremendo le ali caudate 
si libra un enorme Papilio... 

L'azzurro infinito del giorno 
è come una seta ben tesa; 
ma sulla serena distesa 
la luna già pensa al ritorno.   

Lo stagno risplende. Si tace 
la rana. Ma guizza un bagliore 
d'acceso smeraldo, di brace 
azzurra: il martin pescatore... 

E non sono triste. Ma sono 
stupito se guardo il giardino... 
stupito di che? non mi sono 
sentito mai tanto bambino... 

Stupito di che? Delle cose. 
I fiori mi paiono strani:   
ci sono pur sempre le rose, 
ci sono pur sempre i gerani...

(Da "I colloqui", Treves, Milano 1911)  




COMMENTO

"L'assenza" di Guido Gozzano descrive uno stato d'animo puro, sorgivo, senza le complicazioni intellettualistiche e i modi ironici consueti. L'amata è partita, ma ritornerà stasera: il poeta guarda nel suo animo e non vi ritrova tristezza o nostalgia, ma una pura serenità raccolta, e la riversa nella pace immota del paesaggio. Dovunque, in sé, nelle cose, ritrova un'elementarità di vita fanciulla, una felicità senza tempo e senza dolore, un puro esistere sereno, inconsapevole, che gli dà il senso d'una vita rinnovellata.

(Mario Pazzaglia da "Antologia della letteratura italiana", Zanichelli, Bologna)

Nessun commento:

Posta un commento