mercoledì 25 dicembre 2013

Neve in Palestina

Poi sgranammo collane di paesi
pittoreschi e fraterni, con un lusso
di vedute mai visto, e in Palestina
ci guidaron gli uccelli. 
                         Nella notte
nelle plaghe orientali
quasi il fiore del glicine; e il deserto
di roccia fu da lilla a bianco. Ogni cammello
ebbe cibo di neve: una celeste
pozzanghera di manna; e svolazzanti
nuvolette di spuma, a vele piccole,
navigavano l'aria. I tamburelli
degli angeli facevano una festa
strepitosa. Caduto era l'inverno,
gelo d'uno in altr'uomo. 
                         Non l'avara
penuria che fa gli uomini maligni
vidi; e, oh, quante speranze!
                              In mezzo al ceto
de' semplici pastori si confonda
il cittadino pallido, e gli caschi
dal cor la spina dell'invidia, e veda
nascersi sopra gli òmeri leggera
fantàsima di nebbia e porti l'agna
- oggi, a emblema di sé mite - al Signore
Bambino. Pargoleggia tra le agnelle.


NOTA
Questa poesia è di Renzo Laurano ed è presente nell'antologia Natale dei Poeti, Ancora, Milano 2001 (pp. 90-91). Il testo ha, come sottotitolo, la seguente dicitura: "da un idillio «Il Natale»". In effetti, quel "poi" che inizia il primo verso, fa comprendere che si tratta di un prosieguo ad un discorso iniziato già precedentemente. La poesia parla di un viaggio effettuato, forse, da alcuni pellegrini (tra cui il poeta), che ha come meta il luogo in cui nacque Gesù. L'arrivo in Palestina coincide con una sorta di miracolo: una nevicata eccezionale; i fiocchi di neve, cadendo, si trasformano in qualcosa d'incredibile: fiori del glicine, manna che diviene cibo per i cammelli, nuvolette di spuma... Nello stesso tempo si verifica un mutamento climatico e nello stesso tempo comportamentale: con la scomparsa del gelo, si assiste all'apparizione di nuove speranze e di sentimenti fraterni tra gli umani. Gli ultimi versi sono un'invocazione o, meglio, una preghiera del poeta affinché dagli esseri umani  scompaia ogni traccia d'invidia e la loro anima divenga simile ad un'agnella (agna) e tale venga consegnata in dono, come simbolo della nuova umanità, a Gesù Bambino. 




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