martedì 22 gennaio 2013

Medio Evo


Nella gran torre presso la laguna tremava l'arpa, il flauto sospirava, la castellana pallida ascoltava chinando al suolo la pupilla bruna.
Due trovadori, entrambi giovanetti, suonavano una tenera ballata; la luna, entrando per l'invetriata, ne illuminava gli avvenenti aspetti.
Diceva l'arpa:

                    «Pallida signora,
son gli occhi vostri diamanti rari,
io vorrei valicare e monti e mari
per il piacer di contemplarli un'ora».
E il flauto soggiungeva:
                    «I labbri vostri
hanno l'olezzo de le rose in fiore;
per un loro sorriso il rio furore
sfiderei di mille armi e mille mostri».

L'arpa seguitò ancora il gemer lento con gentil mormorìo blando e occulto; emanò un suono che parve lamento il flauto, e tacque poi con un singulto.
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Fuori urlava la raffica; la luna le gotiche invetriate illuminava; la castellana, pallida, ascoltava e aveva lampi la pupilla bruna.

(Remo Mannoni)



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