domenica 16 novembre 2014

Da "Controcorrente" di Joris-Karl Huysmans

Colto da un indefinibile malessere davanti a quei disegni come al cospetto di certi «Proverbi» di Goya, ch'essi richiamavano; colto dallo stesso malessere che gli dava la lettura di Poe - del quale Odilon Redon pareva aver trasferito in una altr'arte i miraggi allucinatori e le terrificanti suggestioni - egli si stropicciava gli occhi e rifugiava lo sguardo su una raggiante immagine, che schiudeva quasi una oasi di pace e di serenità fra tutte quelle tavole ossesse; una immagine della Malinconia, assisa di contro il sole, su rocce in atteggiamento triste ed abbattuto.
Per incanto, le tenebre si dissipavano; una seducente tristezza, una desolazione che non pungeva, non doleva più, scendeva nei suoi pensieri; meditabondo, s'indugiava a contemplare quell'opera che coi suoi punteggi a guazzo seminati nella matita grassa, metteva un chiarore di verde acqua e d'oro pallido nell'ostinato nero di tutti quei carboncini e di quelle incisioni.

(Da "Controcorrente" di Joris-Karl Huysmans, Mondadori, Milano 2013, p. 63)


Odilon Redon, "Melancholy"

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