domenica 26 gennaio 2014

Genti pie che pregate...

Genti pie che pregate prima di porvi a letto, 
non pregate pei morti che stan nel cataletto 
non pregate per gli ospiti del tenebrore eterno, 
che dal mondo partendo sono usciti d'inferno. 
Stesi placidamente e colle braccia in croce, 
della sacra Natura ascoltano la voce: 
senton la vita immensa che si prepara al sole, 
han nei capegli l'umide radici delle viole, 
han nei pugni gli steli che diverranno abeti;
i morti nella terra son tranquilli e lieti.
Genti pie che pregate quando la notte cade,
non pregate pei morti che bevon le rugiade,
che si mutano in foglie, che si mutano in fiori;
non pregate pei giunti, pregate pei viatori,
per i vivi pregate quando cade la notte.
E allor che i Mali intorno scaraventansi a frotte,
e par che Iddio dimentichi le misere creature,
come s'Ei pur dormisse nelle sue regge oscure.
Pregate per le madri che aspettano; pregate
per le livide teste nel gioco ottenebrate;
per la donna che stende le braccia all'uomo ignoto,
pel povero poeta, altro prigion del loto,
che assalta il ciel coll'anima che lagrima e fa sangue;
pregate per la turba negli ospitali esangue,
sovra cui, col crepuscolo, peggior dell'agonia,
la memoria s'abbatte e la malinconia;
per gli amanti pregate, scongiurate il Signore,
che creò la Sventura quando creò l'Amore!


NOTE
Questa poesia è di Emilio Praga e si trova nel volume riassuntivo Opere, Rossi F., Napoli 1969. Più precisamente, è il 17° capitolo del poema I tre amanti di Bella e faceva parte di un'altra raccolta intitolata Fiabe e leggende, che uscì presso Milano, alla Casa Editrice degli Autori-Editori nel 1867 e che fu più volte ristampata.




Nessun commento:

Posta un commento