lunedì 18 luglio 2016

Onde

Nella notte solo il mare mai non tace: senza posa mugghia e romba, e da lungi alla riva volge l'onde fragorose.

Tremano i vetri; trema il cuore: e il pensiero dal profondo volge mute altre onde tumultuanti ad altre sponde.

A questo lido da gran tempo frangon l'onde non mai stanche: a quei lidi oh da quando frange l'onda del pensiero?



COMMENTO: Questa breve poesia in prosa di Mario Novaro (Diano Marina 1868 - Ponti di Nava 1944) si trova alla pagina 51 della prima edizione dell'unica raccolta di versi pubblicata dallo scrittore ligure: Murmuri ed echi, Ricciardi, Napoli 1912. Questo libro, che inizialmente conteneva poche poesie in versi e in prosa, cogli anni fu ampliato e modificato dall'autore; tant'è che ne uscirono altre tre edizioni, fino alla definitiva del 1941. Anche la prosa poetica sopra riportata ha subito delle modifiche, divenendo nella stesura definitiva una vera e propria poesia. Eccola:

Nella notte solo il mare
mai non tace,
senza posa mugghia e romba,
e da lungi alla riva
volge l'onde fragorose.
Tremano i vetri,
trema il cuore:
e il pensiero dal profondo
volge mute altre onde
tumultüanti ad altre sponde.
A questo lido da gran tempo
frangon l'onde non mai stanche:
a quei lidi oh da quando
frange l'onda del pensiero?


Riguardo al contenuto, si tratta di una meditazione fatta dal poeta durante una notte trascorsa in riva al mare. Ascoltando le onde che si frangono sulla riva producendo, per tutta la notte, un rumore continuo, Novaro mette a confronto le acque in movimento col pensiero, anch'esso in continuo movimento verso altri tipi di sponde. Verso quali sponde si rivolge il pensiero del poeta e ancor più del filosofo Novaro? Probabilmente le sponde dei motivi esistenziali, dei perché più inquietanti riguardanti la nascita, la vita e la morte degli uomini. Ma questa è soltanto un'ipotesi: quei tumultuosi, ripetuti e angosciosi pensieri rimangono, per noi lettori, un mistero.