lunedì 7 ottobre 2013

Lettera scritta di sera

La tua immagine mi visita di sera
in questa città che conosci.
È una sera già quasi autunnale
con autunnali uccelli per il cielo
già vuoto, già spogliato delle foglie
ed una luce scarna, melanconica
come un velo tra il mondo e noi.
Non s'odono campane e anche gli uccelli
volano silenziosi. Che fare
in una sera così sola, assorta
e turbata? Noi siamo lontani.

Ho vagato per la casa deserta
per le stanze così grandi nel buio
coi corpi degli oggetti familiari
abbandonati dal giorno sulla riva.
Esita l'ora, incerta. Anche i libri
giacciono inanimati e non sprigionano
il richiamo sottile. Vaghe ombre
attraversano l'aria e giunte al muro
tastano inquiete, sospirando. Che fare:
scrutare ancora gli avidi fantasmi?
No. Ti scrivo: Poiché siamo lontani...


NOTA
Lettera scritta di sera è una poesia di Francesco Tentori.  Più precisamente, è la prima poesia della sezione Lettere a Vilna (1954-1957), presente nel volume che porta il medesimo titolo della sezione citata e che fu pubblicato da Vallecchi, in Firenze nel 1960. E' una delle poesie più belle del poeta romano. Nel bellissimo libro che ho citato, il poeta inserisce una serie di lettere in versi, la maggior parte delle quali, come si evince dal titolo, sono dirette ad una donna: Vilna. Questa che ho riportato è, in sostanza, una lettera d'amore, che testimonia la sofferenza del poeta per la lontananza della donna. La descrizione del paesaggio autunnale contribuisce a trasmettere una sensazione di profonda malinconia, che solo la presenza di Vilna potrebbe far scomparire.